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TV: Aumenta il consumo via web di prodotti audiovisivi

Milano,

Mentre compie la sua lenta parabola di migrazione dall’analogico al digitale, il mercato televisivo “tradizionale” (quello dei programmi televisivi distribuiti via televisore) viene affiancato dai nuovi mercati emergenti degli audiovisivi distribuiti via banda larga su terminali fissi e mobili. Ai 234 canali televisivi trasmessi sul televisore in digitale in Italia si aggiungono dunque servizi di tipo “neo-televisivo”. È quanto emerge da una ricerca dell’e-Media Institute.

Il consumo di prodotti audiovisivi via World Wide Web – in certi casi già sostitutivo del consumo televisivo – continua a crescere a ritmi significativi grazie al potenziamento delle prestazioni trasmissive delle reti a larga banda e dei sistemi di compressione delle immagini in movimento. La comparsa di schermi piatti ibridi (utilizzabili come schermi per il PC e come schermi per la TV) facilità questa mutazione: con soli 1.500-2.000 euro è oggi possibile dotarsi di una stazione neo-televisiva multifunzionale (PC+schermo LCD a doppio uso) con la quale è possibile vedere, con buona o ottima qualità, programmi televisivi di tutto il mondo trasmessi gratuitamente e a pagamento via World Wide Web.

Secondo una ricerca condotta da e-Media Institute nei primi mesi del 2006, 8 televisioni europee su 10 proporranno via Web parti rilevanti del loro palinsesto (a pagamento o gratuitamente). Ma l’offerta di audiovisivi arriva anche e soprattutto da operatori non televisivi o da “non editori” che faranno direttamente concorrenza agli editori televisivi tradizionali. Si erodono dunque i confini tradizionali del mercato televisivo.

Ci sono mercati – si legge in una nota dell’e-Media Institute – che per pudore si trascurano e non si citano nemmeno nei convegni o nelle ricerche ma che storicamente hanno trainato l’industria dei media. È il caso del genere editoriale “only adult” in cui la formazione di un mercato alternativo a quello televisivo è già in fase avanzata da tutti i punti di vista. Secondo la ricerca di e-Media Institute, su questo mercato, la spesa degli utenti per l’acquisto di audiovisivi broadband è pari o già superiore alla spesa in servizi propriamente televisivi. Il nuovo mercato degli audiovisivi di rete, misurato sul piano dei ricavi degli editori italiani, varrà circa 8.500-10.000 milioni di euro nel 2008. I nuovi mercati audiovisivi su banda larga (fissa e mobile) peseranno per circa il 13% sul totale dei ricavi del mercato. Il dato importante (e allarmante per gli editori italiani) è costituito dal fatto che parte rilevante della spesa degli utenti nel consumo di audiovisivi via Internet sarà destinata all’estero. Di fatto la televisione non è più monopolio del televisore così come la telefonia, grazie ai sistemi VoIP (Voice Over IP) non è più monopolio del telefono. Ancora una volta, spetta a Internet scompaginare i mercati. Dopo la destrutturazione del mercato della musica, tocca ora a quello della TV.

Quelle Italpress

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