Entro il 20 novembre sarà nominato il primo advisor che seguirà il
processo di quotazione in Borsa della Rai.
Il Ministro dell’Economia Domenico Siniscalco“è molto
determinato nel procedere” nell’iter di privatizzazione della
Tv pubblica, e con lui tutto il governo vuole proseguire “nella direzione
di marcia indicata”.
A dichiararlo è il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri,
che fa riferimento ai colloqui, su questioni di natura fiscale, avuti con il
vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini e con lo stesso
ministro Siniscalco.
“Anche il vicepremier conferma la volontà di procedere in direzione
della quotazione in Borsa”, ha aggiunto Gasparri ai giornalisti.
Il 16 novembre scadono i 30 giorni previsti per il deposito al Tribunale civile
di Roma degli atti riguardanti la fusione tra Rai Holding e Rai
Spa che saranno a disposizione dei creditori che vogliano contestare
l’operazione.
Da quel momento in poi, secondo la Legge
Gasparri, inizia il periodo di 4 mesi entro il quale il Cipe deve
specificare le modalità della privatizzazione della Rai.
Il ministro delle Comunicazioni ha ricordato che per ora si deve individuare un primo advisor e che in questo senso Siniscalco ha già inviato la lettera d’invito alle banche d’affari, la cui risposta dovrebbe arrivare intorno al 20 novembre. Se così fosse, il nome del primo advisor che è incaricato di fare le valutazioni e stabilire le tappe della privatizzazione potrebbe essere portato dal ministro dell’Economia in Commissione di vigilanza sulla Rai, che lo dovrebbe ascoltare proprio in quei giorni.
Insomma, con la chiusura per la fine dell’anno della prima fase dell’iter per la quotazione, “è presumibile che si arrivi in primavera”, ha detto il ministro, alla privatizzazione dell’azienda di viale Mazzini.
Quanto alla gestione dell’azienda da parte del Direttore generale Flavio
Cattaneo, il ministro ha elogiato i prodotti “molto buoni” realizzati
dalla Tv pubblica che, ha ricordato, nel prossimo bilancio dovrà tenere
conto delle indicazioni sulla separazione contabile fra proventi da canone
e proventi da mercato contenute nel contratto di servizio e ribadite dalla legge
112.
A tale proposito, Gasparri ha sottolineato che “se l’azienda
va bene se ne può tenere conto in sede di indicazione dell’ammontare
del canone Tv per il 2005”, cosa che dovrebbe sapersi entro la fine di
novembre.
Riferendosi agli analisti, il ministro ha commentato “sono tranquilli e sereni e considerano positivamente il canone, ritenendola un’entrata certa. Nella valutazione complessiva – ha proseguito Gasparri – terremo anche conto del calo dell’inflazione e del taglio dei costi e della buona gestione dell’azienda da parte del Direttore generale Cattaneo, che non ha rinunciato a realizzare prodotti di qualità. Insomma – ha concluso il ministro – avremo anche la separazione contabile tra gli introiti da canone e gli introiti da pubblicità nel prossimo bilancio. Quindi, tutto procede e Cattaneo non aprirà certo un banchetto a Campo de Fiori…”.
Recentemente il Dg della Rai è intervenuto nel merito del processo di privatizzazione della Tv pubblica, dichiarando apertamente di essere contrario alla cessione di quote a soggetti industriali.
Una simile operazione, ha spiegato Cattaneo, creerebbe una “contrapposizione di poteri e interessi diversi”. Per la crescita della società, il Dg ritiene invece necessario aprire il capitale della Tv pubblicaa soci di carattere istituzionale, finanziario, bancari o risparmiatori, in occasione del collocamento in Borsa del 20% annunciato dal governo per il prossimo marzo.
Un articolo apparso nei giorni passati su Il Mondo, riferiva che
il Dg avrebbe affidato alla Merchant Bank di Unicredit, Ubm,
l’incarico di fare uno studio preliminare in vista della quotazione, ipotizzando
anche un ruolo di global coordinator a fianco di un gruppo straniero.
La banca si è però trincerata dietro un “no comment”.