«Non avrai altro decoder all’infuori di me». La
campagna di rottamazione dei ricevitori satellitari lanciata da Sky a molti
non è andata giù. Entro fine anno, una buona parte dei
vecchi decoder non saranno più in grado di ricevere i canali del bouquet
Sky. Il risultato: proteste, ricorsi, diffide e cause. La pietra dello scandalo è un
regalo (la formula giuridica è «comodato gratuito»): il
decoder argenteo che Sky Italia manda nelle case dei vecchi abbonati per sostituire,
senza spese, i precedenti apparecchi. L’azienda di Murdoch ha deciso
di abbandonare la codifica Seca2 ricevuta in eredità da Telepiu, per
passare a Nds, un sistema di protezione dei dati di proprietà del gruppo
Murdoch e ritenuto a prova di contraffazione. Seca2, infatti, è stato «bucato» dai
pirati, che hanno messo in commercio schede per vedere la pay-tv senza abbonarsi.
Una questione apparentemente tecnologica che associazioni consumatori e produttori
di decoder hanno trasformato in una battaglia per le libertà. «Vogliono
mettere sotto controllo tutta la tv satellitare e stanno violando la legge sul
decoder unico», accusano. «Tutta l’operazione, che ci costa
150 milioni di euro, serve a debellare la pirateria», replica Sky.
«Da quando è stato annunciato lo stop al Seca (il 27 aprile, ndr) riceviamo 20-30 email di protesta al giorno», dice Mauro Vergari di Adiconsum. Una decina di segnalazioni al giorno anche per Altroconsumo, a cui vanno aggiunte le altre associazioni. Quali sono i motivi delle lamentele? Non piace che Sky imponga un suo apparecchio. Non piace che la numerazione dei canali sia predefinita. Non piace che molte delle tv straniere e delle radio siano scomparse (recuperabili in numero massimo di venti attraverso i menu dell’apparecchio). Altri si sentono toccati nel portafoglio: hanno acquistato un decoder più sofisticato di quello Sky, spendendo anche 800 euro e da gennaio rischiano di non poterlo più utilizzare. O di poterlo utilizzare solo per i canali gratuiti, ma di dovergli affiancare il ricevitore di Sky, moltiplicando apparecchi e fili sotto il televisore. Oltre a rinunciare alle funzionalità che i ricevitori più evoluti consentono, come registrare le trasmissioni su un disco fisso interno.
Il tutto perché dal 1° gennaio, data in cui cesseranno le trasmissioni Seca, per vedere i canali Sky si potranno usare solo i ricevitori Nds. Ovvero quelli Sky. Un problema che potrebbe essere risolto se il gruppo autorizzasse la messa in commercio di moduli Nds da applicare ai ricevitori non Sky. Una possibilità che l’azienda vede però come un grimaldello per i pirati: «La nostra priorità è la sicurezza – dice Tullio Camiglieri, direttore della comunicazione di Sky –. Si dimentica che cos’è il fenomeno pirateria. Con questa operazione tuteliamo noi stessi ma anche gli investimenti su cinema, documentari, sport.
E’ una priorità per tutta l’industria culturale del Paese». Jepssen, azienda siciliana di elettronica che produce anche decoder, ha denunciato Sky per violazione della concorrenza e della legge sul decoder unico: «Non è solo una questione economica. Vogliono il monopolio del satellite, sia criptato che in chiaro – dice il direttore organizzativo Riccardo Franzone –. Il ricevitore sintonizza le emittenti “free” a loro gradite. Se nascesse un’altra pay-tv dovrebbe venire a patti con Sky perché la codifica Nds è loro». Accuse respinte al mittente dal gruppo Murdoch: «Tutte le tv in chiaro italiane sono inserite nel bouquet, e altrettanto faremo per quelle che nasceranno in futuro – spiega Camiglieri –.
Quelle straniere si possono impostare in un numero massimo di venti». Nel
caso di una emittente a pagamento, spiegano a Sky, si procederebbe mettendo
a disposizione la piattaforma tecnologica, come nel caso di Gioco Calcio.
Assicurazioni che alle associazioni consumatori non bastano. Adiconsum invita
a mandare una diffida dal sospendere le trasmissioni in Seca. Sky però tira
dritto e ha smentito le voci di rinvio: il 1 gennaio si passa a Nds. E al ricevitore
unico, lo Skybox.