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Il P2P cresce e la RIAA non molla

Altri 754 utenti americani vengono denunciati dai discografici ma nell’ultimo anno l’uso delle piattaforme di scambio negli USA è salito del 70 per cento. Si profila un inasprimento della crociata

Il P2P cresce e la RIAA non molla

Roma,

L’uso dei sistemi di file sharing in tutto il mondo continua a crescere in modo persino impressionante nonostante le campagne giudiziarie avviate dalle major in molti paesi, Europa compresa. Ad affermarlo sono le nuove statistiche di BigChampagne, da tempo autorevole osservatorio degli andamenti del peer-to-peer. Che la situazione sia ormai fuori da qualsiasi controllo per l’industria sembra evidente leggendo i numeri per gli Stati Uniti.

Secondo BigChampagne, infatti, tra novembre 2003 e novembre 2004 il numero di utenti americani coinvolti nell’uso delle piattaforme di scambio è salito da 4,4 milioni a 7,5 milioni. Si tratta di una crescita di oltre il 70 per cento.

Questo aumento è particolarmente significativo perché il grosso delle azioni legali promosse dall’industria dei contenuti è avvenuto proprio nell’ultimo anno. Le prime denunce dei discografici della RIAA risalgono a settembre 2003 ma a quel contingente di 261 utenti P2P finiti nel mirino delle major se ne sono via via aggiunti molti altri in operazioni successive. In queste ore RIAA ha annunciato di aver denunciato altri 754 utenti che, a suo dire, sono coinvolti nella violazione del diritto d’autore avendo posto in condivisione e avendo scaricato grandi quantità di file musicali.

Nel complesso, RIAA ha denunciato più di 7.700 persone ad un ritmo che lo scorso giugno è stato valutato in 10 persone al giorno fin dall’avvio della crociata legale. Un attacco ad alzo zero contro gli utenti che è stato in questi giorni adottato, proprio negli USA, anche dagli studios di Hollywood che attraverso la propria associazione ha iniziato ad attaccare siti e sostenitori di BitTorrent, eDonkey ed altre piattaforme di scambio. Hollywood da lungo tempo si dà da fare per cercare una via di contrasto alla distribuzione illegale di film e strada facendo ha tirato fuori anche alcune idee nuove, come il software che consente di cancellare materiale illegale eventualmente presente sul PC.

Quando RIAA ha annunciato la campagna legale, come si ricorderà, le major avevano affermato di essere costrette ad agire in questo modo per sottrarre i propri materiali ad abuso ma soprattutto per sensibilizzare gli utenti Internet. “Preferiremmo – aveva spiegato il presidente RIAA Cary Sherman – passare il nostro tempo a fare musica piuttosto che occuparci di questioni legali nei tribunali. Ma non possiamo non far nulla mentre la pirateria devasta artisti, musicisti, autori, rivenditori e chiunque nell’industria musicale”.

Con lo stesso principio anche in Europa come noto è stata avviata la medesima campagna legale, resa ancora più urgente, secondo l’industria, dall’emergere dei nuovi jukebox a pagamento. Come più volte ripetuto dall’industria, infatti, l’affermazione dei sistemi di distribuzione legale è direttamente collegata alla repressione del peer-to-peer. Una tesi che, pur corroborata da studi importanti come quelli di Forrester, non sembra convincere tutti. Questo a fronte non solo dei dati di vendita dei jukebox ma anche delle rilevazioni di quello che viene ritenuto un autorevole studio sulla crescita del P2P, che mette in dubbio questa e molte altre certezze delle corporation di settore.

Dinanzi alla sostenuta e continua affermazione del peer-to-peer, che prende le forme di un numero sempre più ampio di software e sistemi di scambio, dunque, la crociata contro gli utenti si intensifica. E mentre BigChampagne pubblica le classifiche dei file mp3 più condivisi sulle reti del peer-to-peer, sembra emergere con chiarezza che l’industria continui a ritenere la denuncia degli utenti l’unica strada per combattere il fenomeno, anche se parrebbe trattarsi di un’arma che non riesce nell’intento. Come dimostrano le ultime denunce RIAA, si può solo prevedere un prossimo ulteriore intensificarsi dell’azione giudiziaria contro gli utenti.

In Italia, il paese della Legge Urbani, il Governo ha annunciato una campagna contro la pirateria ma l’industria, che già si è attivata per contrastare gli utenti italiani del peer-to-peer, non sembra proprio intenzionata ad aspettare oziosamente sulla riva del fiume il passaggio del cadavere del P2P.

Source Punto Informatico

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