“Non si può affidare alla logica del mercato il perseguimento delle finalità del servizio pubblico che ha la Rai”. Piero Fassino spiega così la contrarietà dei Ds all’attuale piano di privatizzazione della Rai previsto dal governo. “Questa privatizzazione – sottolinea nel chiudere il convegno dei Ds sull’Informazione – così non va e dobbiamo chiedere che sia messa in discussione e sia revocata”. “Altra cosa – aggiunge – è costruire le condizioni perché ci sia un rapporto pubblico-privato che investa anche la Rai sul piano industriale”, “nel momento in cui si distingue – dice Fassino – tra fornitore di reti e servizi e produttore di prodotto si può benissimo avere partnership industriale-privato”.
Fassino ritiene che il rapporto pubblico-privato nella Rai sia tale da configurasi come una “partnership funzionale agli obiettivi di sviluppo dell’azienda e non può essere una partnership puramente finanziaria”. “Questo perché – spiega – se non è motivata dalla redditività e non può esserlo non si capisce che cosé. Quindi noi dobbiamo contestare questa privatizzazione”. “Noi – ribadisce Fassino – dobbiamo contestare questa privatizzazione e chiedere un nuovo progetto per la Rai in cui ci può stare anche una distinzione tra RAi che fornisce reti e fornitori di prodotti”.
Fassino critica il piano di privatizzazione della Rai quando difende il ruolo di servizio pubblico che, a suo avviso, deve mantenere la Rai in un “sistema radiotelevisivo aperto”. Secondo il segretario dei Ds l’azienda pubblica innanzitutto “non è distributore di dividendo ma il suo compito è distribuire un servizio televisivo efficace e di qualità e questo è il parametro della sua redditività anche se non distribuire dividendo non vuol dire essere un’azienda in passivo”.