Il
Gruppo giapponese d’elettronica di consumo, Sony
Corp, ha smentito stamani la notizia che parlava di una sua uscita dal mercato
delle Tv al plasma.
Alcuni rumor del fine settimana, parlavano infatti della possibilità che
il Gruppo abbandonasse il settore perché non più strategico per
le proprie casse.
La società ha negato, aggiungendo però di star dando priorità alla
produzione di Tv a cristalli liquidi.
“Lavoreremo ancora nel segmento dei televisori a schermo piatto,
continuando però a specializzarci in quelle a cristalli liquidi”,
ha precisato Sony in un articolo apparso sul quotidiano economico Nihon
Keizai (Nikkei).
Alcuni giorni prima, Nikkei aveva riportato che Sony si sarebbe ritirato
dal mercato dei televisori al plasma, chiudendo la propria produzione nelle
industrie di Ichinomiya (Giappone), Barcellona (Spagna), Wuxi (Cina) e Pittsburgh
(Stati Uniti).
Il quotidiano aggiungeva che le 4 industrie si sarebbero concentrate nella
produzione di televisori a cristalli liquidi.
Secondo Nikkei, Sony sarebbe definitivamente uscita dalla produzione
delle Tv al plasma entro giugno 2005, continuando però ad assicurare
il servizio di assistenza ai consumatori che avevano già acquistato i
televisori.
Per il quotidiano giapponese, il Gruppo avrebbe fatto questa scelta per migliorare
la propria profittabilità e battere la concorrenza sul mercato di settore.
Sony, numero due al mondo dietro il suo eterno rivale Matsushita Electric
Industriale davanti a Hitachi, fabbrica più di
10 milioni di televisori ogni anno, il 10% della produzione mondiale.
Gli analisti ritengono che la notizia e la successiva smentita di Sony avranno
ugualmente delle conseguenze sul mercato.
Il ritiro del Gruppo dalla produzione di Tv al plasma non è un’informazione
così priva di fondamento.
Per gli esperti, una simile mossa sarebbe giustificabile alla luce del fatto
che la società giapponese non produce direttamente gli schermi delle
televisori al plasma, cosa che rende difficile il mantenimento di una pozione
concorrenziale sul mercato, visto che i prezzi continuano ad abbassarsi del
20-30% ogni anno.
Kazuya Yamamoto, di UFJ Tsubasa Securities, ha sottolineato: “Sony
dipende interamente da altri produttori per gli schermi, per questo ha poco
margine di manovra sui prezzi. Anche se le vendite aumentano, avrà sempre
problemi a registrare utili”.
Se le indiscrezioni si rivelassero fondate, ha poi commentato Yamamoto, “Considererei la scelta di Sony appropriata dal punto di vista strategico”.
La divisione televisori del Gruppo giapponese ha subito una perdita di 6,1
miliardi di yens (58,64 milioni di dollari) nel trimestre chiuso il 30 settembre,
a causa dei costi elevati degli schermi LCD e plasma.
La società spera di migliorare la profittabilità puntando su S-LCD,
la jointventure creata con Samsung
Electronics negli schermi LCD, che entrerà nella produzione di larga
scala nel secondo trimestre 2005.
Sony non sarebbe la prima a lasciare il mercato del plasma, ricordiamo che Sharp ha fatto la scelta di investire massicciamente nella tecnologia LCD, abbandonando il plasma.
“Non sappiamo cosa succederà nel lungo periodo – ha dichiarato il portavoce di Sony Mina Maito – ma per il momento non lasceremo la produzione dei televisori al plasma”.
“La perdita di un grande player come Sony peserebbe sulla crescita
del mercato”, ha spiegato Yoshihisa Toyosaki, presidente
del centro ricerca iSuppl. Aggiungendo che “darebbe
sicuramente un messaggio negativo ai consumatori sul futuro delle Tv al plasma”.
Secondo DisplaySearch, il mercato mondiale dei televisori al
plasma dovrebbe raggiungere i 5,14 milioni di unità nel 2005, contro
i 2,68 milioni di quest’anno, in crescita del 92%.
Il mercato dei televisori LCD dovrebbe invece raddoppiare, arrivando a16 milioni
di unità.
Nonostante la rapida crescita di queste nuove tecnologie, i televisori a tubo
catodico rappresentano ancora il 90% delle vendite mondiali.