Interrogazione Urgente al ministro delle Comunicazioni
Premesso:
- che l’articolo 54 dello “Schema di decreto legislativo recante il testo unico della radiotelevisione” prevede di abrogare l’articolo 2, comma 2 della Legge n. 78 del 29 marzo 1999 “Conversione in legge, con modificazioni del decreto legge 30 gennaio 1998, n. 15, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo equilibrato dell’emittenza televisiva e per evitare la costituzione o il mantenimento di posizioni dominanti nel settore radiotelevisivo”, meglio conosciuta come Legge sul decoder unico;
- che l’articolo 2, comma 2, della Legge n. 78 del 29 marzo 1999 stabilisce che: “i decodificatori devono consentire la fruibilità delle diverse offerte di programmi digitali con accesso condizionato e la ricezione dei programmi radiotelevisivi digitali in chiaro mediante l’utilizzo di un unico apparato. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni determina gli standard di tale apparato entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione. Dal 1 luglio 2000 la commercializzazione e la distribuzione di apparati non conformi alle predette caratteristiche sono vietate…”;
- che l’art 3 della delibera dell’Agcom n. 216/00/CONS stabilisce altresì che: “gli operatori di accesso condizionato anche in possesso di un titolo abilitativo alla trasmissione televisiva digitale a pagamento, indipendentemente dai mezzi di trasmissione, sono tenuti a garantire agli utenti la fruibilità, con lo stesso decodificatore, a qualunque titolo detenuto o posseduto, di tutte le offerte di programmi digitali con accesso condizionato e la ricezione dei programmi radiotelevisivi in chiaro. A tale scopo essi utilizzano il sistema simulcrypt secondo le norme del DVB o, in alternativa, il sistema multicrypt secondo le norme definite dal DVB”;
- che tali norme sono state varate al fine di tutelare il consumatore ed il mercato da eventuali comportamenti lesivi delle libertà compiuti da imprese in posizione di monopolio;
- che, in questi ultimi anni, SKY, impresa operante nel mercato della pay tv in assoluta posizione di monopolio in Italia, ha assunto una serie di comportamenti imprenditoriali che, oltre a comportare la violazione della citata legge sul c.d. “decoder unico”, hanno determinato una situazione per la quale è stato eliminato qualsiasi elemento di pluralismo informativo, in contrasto con le norme e direttive nazionali ed europee;
- che SKY non permette la libera ricezione di tutti i programmi in chiaro, trasmessi dal satellite, limitando l’accesso alla “società dell’informazione”, attraverso l’imposizione, non richiesta dai consumatori, di uno specifico sistema operativo implementato sia sui decoder Gold Box con modalità SECA (ex TELE+) che su quelli con modalità NDS, sia di proprietà che a noleggio;
- che SKY, dalla fine del 2004, ha sospeso le trasmissioni in modalità SECA, rendendo inutilizzabili milioni di ricevitori, compresi quelli common interface;
- che SKY con la sospensione delle trasmissioni in modalità SECA ha reso inutilizzabili gli attuali ricevitori, anche se garantiti dalla vigenza della legge sul decoder unico;
- che, in buona sostanza, SKY ha adottato una procedura per cui invia ai propri clienti un nuovo decoder con accesso condizionato NDS, per continuare la visione dei programmi a pagamento, costringendo il consumatore all’utilizzo di più decoder per ricevere tutte le offerte di programmi trasmessi via satellite sia con accesso condizionato che in chiaro;
- che SKY monopolizza il mercato dei decoder imponendo solo i propri ricevitori, impedendo, di fatto la libera scelta d’acquisto, da parte del consumatore, di decoder attualmente presenti sul mercato anche dotati di caratteristiche tecniche superiori a quelli imposti da SKY;
- che, secondo quanto appreso dalla stampa, il Governo starebbe valutando la possibilità di stanziare contributi pubblici per tutti i decoder interattivi satellitari al fine di incentivarne l’acquisto e favorendo ulteriormente la posizione di SKY;
- che in questi ultimi mesi è stata fatta una costante campagna pubblicitaria da parte del Governo per incentivare i servizi del digitale terrestre;
- che i servizi del digitale terrestre sono gestiti unicamente da privati, ovverosia Mediaset e Telecom (La7);
si chiede:
- di sapere i motivi per i quali tanta attenzione politica e programmatica sia stata rivolta esclusivamente al digitale terrestre quando oggi i contenuti digitali televisivi giungono ai cittadini anche con il satellite ed il telefono cellulare;
- di sapere i motivi per i quali il Governo non si occupi del settore riguardante la fruizione dei contenuti radiotelevisivi digitali, come unico settore, cercando di regolamentarlo per disciplinare la posizione degli operatori nei confronti degli utenti;
- di sapere i motivi per i quali l’articolo 54 dello “Schema di decreto legislativo recante il testo unico della radiotelevisione” prevede di abrogare l’articolo 2, comma 2 della Legge n. 78 del 29 marzo 1999 “Conversione in legge, con modificazioni del decreto legge 30 gennaio 1998, n. 15, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo equilibrato dell’emittenza televisiva e per evitare la costituzione o il mantenimento di posizioni dominanti nel settore radiotelevisivo”, ovverosia, la Legge sul decoder unico;
- di sapere i motivi per i quali SKY non abbia mai rispettato la legge sul decoder unico, una legge varata a tutela del consumatore e del mercato, e ha obbligato i cittadini a dotarsi di un’ innumerevole quantità di decoder con l’unico vantaggio per chi li produce in posizione di assoluta esclusiva;
- di sapere se corrisponda al vero che è nelle intenzioni del Governo destinare soldi pubblici a favore della televisione a pagamento;
- di sapere i motivi per i quali ad un anno dalla chiusura delle trasmissioni analogiche, siano ancora in vendita televisori che non ricevono i segnali digitali;
- di sapere i motivi per i quali il Governo non abbia spiegato ai cittadini che la chiusura della trasmissione analogica entro il dicembre 2006 è sostanzialmente impossibile a meno che non si obblighino le famiglie a sostenere costi ingenti e ingiustificati;
- di sapere quanto sia costata la campagna pubblicitaria promossa dal Governo per incentivare i servizi del digitale terrestre;
- di sapere i motivi per i quali i contribuenti siano costretti di fatto a finanziare con i propri soldi tecnologie e servizi che sono offerti da aziende private, in spregio ad ogni principio di sana concorrenza e libero mercato.
(Udeur)