Per accelerare la transizione al digitale terrestre, anche il governo punta sul calcio e va a cercare i telespettatori negli stadi. È l’ultima, recentissima, iniziativa promozionale targata Ministero delle Comunicazioni in collaborazione con Poste Italiane. «La tv digitale terrestre è arrivata sulla terra», annunciano i volantini che vengono distribuiti ai tifosi fuori dai cancelli, prima e dopo le partite. E il linguaggio, per spiegare il nuovo standard di trasmissione destinato a sostituire la tv tradizionale entro il dicembre 2006, è studiato per convincere l’appassionato che «ama il calcio e la qualità». Perché «la trasmissione digitale è senza dubbio di qualità migliore rispetto a quella analogica», si legge. E «senza disturbi video e audio è ancora più bello seguire le partite e in genere i programmi riguardanti il tuo sport preferito». Per parlare di interattività, il nuovo concetto che rivoluzionerà il modo di guardare la tv digitale e faciliterà l’accesso a tante informazioni, dal traffico alla telemedicina, si ricorre a un’altra metafora del pallone: è come «giocare a calcio con un dito». Un piccolo apparato, il «set top box», consente di accedere ai contenuti e servizi interattivi. «Ad esempio, è possibile conoscere, in qualunque momento, l’andamento delle partite. Basta muovere un dito». E i nuovi servizi? «Praticamente degli assist».
«Si tratta di un’iniziativa legata al contributo statale di 70 euro per chi compra un decoder digitale interattivo, a patto che sia in regola con il pagamento del canone Rai», spiega il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri (An). Le Poste collaborano, come già era successo nel 2004 quando era previsto un contributo di 150 euro, perché agevoleranno il rimborso ai commercianti, che applicheranno direttamente lo sconto agli utenti. «I volantini sono una delle formule di promozione, finanziata con una piccola quota del fondo da 110 milioni stanziato con la Finanziaria 2005 per incentivare la diffusione del digitale terrestre», aggiunge Gasparri. La scelta degli stadi? «Lo sport è un grande momento di coinvolgimento popolare e il calcio è uno straordinario volano, al primo posto per richiamo di pubblico», spiega. E ricorda come fu il campionato del '54 a segnare l’inizio della televisione in Italia e poi un altro Mondiale, quello in Argentina del '78 a decretare l’avvento del colore, lanciato il primo febbraio 1977, e ancora un evento legato al calcio, il Mundialito, a segnare l’inizio della tv commerciale.
Sul pallone come volano per il business della tv del futuro scommettono anche Mediaset e a La 7 (Telecom), che hanno puntato proprio sulle partite di calcio per lanciare i loro canali digitali terrestri con le carte prepagate. La prima dal 23 gennaio offre tra l’altro le gare delle quattro big del campionato (Juve, Milan, Inter e Roma); la seconda dal 22 gennaio trasmette gli incontri del Palermo, del Bologna e di altre squadre minori. La strategia sembra vincente visto che l’offerta delle partite ha fatto più che triplicare la vendita dei decoder (157.500 a gennaio contro i 40.000 di dicembre), mentre a febbraio il ritmo è di circa 50.000 a settimana. E Gasparri prevede che a fine anno si potrà arrivare a «3 milioni di utenti dal milione di fine 2004».
Ma l’ottimismo del ministro si scontra con la furia della Federconsumatori. «È una cosa che non sta né in cielo né in terra, perché è evidente che una promozione specifica sul calcio fa un favore illegittimo a Mediaset e a La 7, ma soprattutto alla prima, visto che possiede i diritti delle partite più popolari. Un ministero non può parteggiare per uno degli operatori in campo, viola le leggi della concorrenza», sostiene il presidente dell’associazione Rosario Trefiletti. Che per oggi preannuncia una presa di posizione dell’Intesa dei consumatori. Da Sky, l’altro operatore che trasmette le partite di calcio ma sul satellite, invece preferiscono non commentare.