Che cos’è il DVI
Sviluppato dal Digital Display Working Group (DDWG) nel 1999, lo standard DVI (Digital Visual Interface), fornisce una connessione digitale per i contenuti video ad alta velocità, indipendente dalla tecnologia dello schermo. Nato inizialmente per fornire un collegamento digitale-digitale tra i computer ed i monitor, per la sua capacità di trattare anche video in Alta Definizione, l’interesse è passato all’elettronica di consumo.
Dopo diversi anni di utilizzo di sistemi analogici (VideoComposito, S-Video, Component, RGB), anche per i collegamenti Video è giunto il momento di sperimentare nuove frontiere digitali, il DVI.
Vantaggi del DVI:
- I contenuti rimangono nel dominio digitale (senza perdita di qualità) dalla creazione all’utilizzo;
- Nessuna dipendenza dalla tecnologia utilizzata dallo schermo;
- Plug and Play, attraverso il rilevamento automatico;
- Supporto sia Digitale che Analogico in un solo connettore.
Lo scopo di questo tipo di connessione è fornire un’alternativa valida alle connesioni tra sorgenti e schermi, in digitale, pur mantenendo la compatibilità con il passato, ovvero con lo standard analogico RGB.
Gli standard DVI
Single-Link | Dual-Link | RGB | |
---|---|---|---|
DVI-I | 165MHz | 330MHz | si |
DVI-D | 165MHz | 330MHz | no |
DVI-A | - | - | si |
- DVI-I
- Il connettore DVI-I è la versione completa dello standard DVI e prevede il trasferimento dei segnali sia in analogico che in digitale con una larghezza di banda, fino a 330MHz.
- DVI-D
- È la versione solo digitale dello standard DVI, non permette il passaggio di segnali analogici.
- DVI-A
- In realtà è poco usato, permette di trasferire solamente i segnali RGB in analogico, di solito viene usato per convertire una presa DVI-I in VGA (HD15).
Esistono due implementazioni dello standard DVI: single e dual link. Il single-link può supportare formati anche superiori all’HDTV (già con il sigle-link il DVI è un collegamento molto interessante per l’Home-Theater e la TV ad Alta Definizione). Il dual-link può andare molto oltre, sia come risoluzione (2048x1536) che come frequenza di refresh, con la possibilità di superare il limite di 24bit per pixel.
Una evidente limitazione di questa connessione, almeno al momento, è che la lunghezza massima consentita per il cavo, consigliata dal DDWG è 7,5mt. Una soluzione a questo problema, può essere l’utilizzo di cavi speciali, di estensori DVI o semplicemente di un hardware molto perfomante (sorgente video e schermo devono supportare la distanza in eccedenza). Altrimenti, come solitamente accade per i contenuti digitali, un eccessivo degrado del segnale (causato per esempio da cavi troppo lunghi), renderebbe le immagini inguardabili, soffrendo di “squadrettature”.
Fortunatamente, in ambito Home-Theater, con l’HDMI (High Definition Multimedia Interface) una evoluzione del DVI, la distanza fra i collegamenti può raggiungere anche i 20mt.
HDCP su DVI
Recentemente, proprio per l’eccezionale qualità video offerta dalle connessioni digitali, nel mondo dell’elettronica di consumo, è stato sviluppato il nuovo standard di protezione HDCP (High-bandwidth Digital Content Protection) per i contenuti ad Alta Definizione come i futuri DVD, e l’HDTV. Per evitare quindi che le opere d’autore potessero essere copiate e distribuite illegalmente, gli studi di Hollywood, avvalendosi della collaborazione della Intel e della Silicon Image, hanno sviluppato questo metodo di criptaggio. Aggiungendo quindi un circuito di codifica nelle sorgenti (lettori DVD, decoder HDTV, ecc.) e un circuito di decodifica negli schermi (proiettori, LCD, plasma, ecc.), i contenuti viaggiano nei cavi in maniera criptata, rendendo impossibile la visione ad apparecchi non dotati di questi circuiti (per esempio i videoregistratori).