Il francese Jérôme Rota, l’inventore del formato DivX, vuole imporsi sul mercato del video on demand. Sul modello di Apple, infatti, la società DivX Networks prepara un negozio online: ma Rota dovrà convince gli studios che il suo codec non favorisce i pirati. Nel 1999, Jérôme Rota ha creato il formato di compressione/decompressione (codec) video DivX, sulla base dei lavori di realizzazione di MPEG 4.
Un anno dopo, si è trasferito in California, dove ha fondato la società DivX Networks. Oggi, il suo formato viene considerato “l’MP3 del video”. Ma è una fama ambivalente, dato che sono stati proprio gli utenti delle reti peer-to-peer a usarlo massicciamente per codificare i film. DivX Networks, tuttavia, vuole superare l’immagine di “formato della pirateria”, per conquistare Hollywood e diventare il formato numero uno dei servizi di video on demand (VOD). E gli studios sembrerebbero ben disposti, soprattutto grazie ai 20 milioni di lettori DVD compatibili con DivX venduti nel 2004, come spiega lo stesso Jérôme Rota, in Europa in occasione del CeBIT.
- Quali sono oggi la struttura e il modello di business di DivX Networks?
- Siamo in piena espansione. Impieghiamo 150 collaboratori e nel 2004 ci siamo
trasferiti in una sede più grande, sempre a San Diego – la stessa
occupata un tempo da MP3.com. Su 150 dipendenti, circa il 40% sono tecnici,
il 40% fanno parte del settore vendite e marketing, e il resto è dedicato
al supporto tecnico.
A livello finanziario, siamo in attivo da due anni. La società non è ancora quotata in Borsa, ma intendiamo farlo. La maggioranza dei ricavi deriva dalle royalty versate dai produttori di prodotti certificati DivX. Pertanto, Philips, Pioneer, JVC, Samsung, Kiss Technologie e Toshiba producono player da salotto in grado di leggere video codificati DivX. Il nostro formato, inoltre, è usato e pagato dai software di Roxio, Cyberlink e Intervideo. - Ormai puntate a conquistare Hollywood. Come farete a convincere gli studios, dato che il vostro prodotto è famoso soprattutto per essere usato nei film scambiati illegalmente su Internet?
- La nostra fama è nata presso gli utenti di sistemi peer-to-peer e
continua tuttora. Non era nelle nostre previsioni, ma si tratta di un’arma
di marketing a doppio taglio. Il nostro prodotto è conosciuto e utilizzato
da un gran numero di persone, ma chiaramente non nel modo in cui vorrebbero
le case cinematografiche. Hollywood ha quindi delle riserve evidenti verso
DivX.
Fortunatamente, disponiamo di alcuni assi nella manica per convincerli. Soprattutto, grazie al confronto con prodotti concorrenti come Windows Media 9 di Microsoft. Il fattore principale e più importante è il costo. Le nostre royalty sono decisamente meno elevate di quelle della concorrenza. La stessa cosa vale per le componenti necessarie a leggere i DivX. Un chip per decodificare il nostro formato costa circa dieci dollari. In confronto, serviranno 50 dollari per decodificare il futuro formato dei DVD ad alta definizione Blu-Ray, che offrono una qualità di immagine simile alla nostra.
Le case cinematografiche puntano a una rapida diffusione dei lettori, e questo potrebbe essere permesso più facilmente con la nostra soluzione. Nel 2004, sono stati distribuiti in tutto il mondo 20 milioni di lettori DivX. Si tratta di un incremento significativo rispetto al 2003, quando la cifra era inferiore al milione di unità. Ora, in Europa, quattro lettori DVD su dieci supportano DivX. - Avete sviluppato un sistema DRM associato al formato DivX – la principale richiesta degli studios?
- Sì, ma senza troppi clamori. Sin dall’inizio dello sviluppo
del formato DivX, infatti, abbiamo cercato di integrarvi un sistema DRM,
disponibile oggi su tutti i prodotti certificati. Il nostro sistema, però,
diversamente dalla concorrenza, non lega il file a una macchina, ma un account
personale online. Cambiando il pc, pertanto, non si perdono i diritti.
A sua volta, l’account è collegato a delle macchine. L’utente quindi può impostare fino a sei ID per lettori DVD con un unico account. Negli Stati Uniti, già oltre 75 provider di servizi di video online on demand utilizzano il formato DivX e la sua tecnologia DRM, e anche due importanti case cinematografiche americane intendono fare lo stesso. Entro la fine dell’anno lanceremo anche un nostro servizio di download di video, ispirato al modello di iTunes Music Store di Apple. Abbiamo contatti con gli studios anche su questo progetto. La nostra strategia, pertanto, si basa sulla partecipazione ai servizi emergenti di video on demand. - Quali saranno le principali evoluzioni di DivX 6.0, la prossima versione del vostro codec?
- DivX 6.0 offrirà tutte le funzioni disponibili oggi su un DVD. In questo modo, sarà possibile creare un menu che permette di scegliere le opzioni audio, il capitolo da vedere o passare direttamente ad altre funzioni. Sarà inserita la capitolazione e l’integrazione di varie tracce audio e sottotitoli. Si tratta di funzioni attualmente offerte da moduli aggiuntivi, spesso incompatibili tra loro. Noi abbiamo deciso di standardizzare tutto nel nostro DivX 6.0. La nuova versione del codec, inoltre, offrirà il 33% di compressione in più, e sarà ottimizzata per i film ad alta definizione – una qualità di immagine destinata presto a sbarcare sui DVD, ma che noi offriamo già oggi.