La
grande passione per il calcio sta dando un colpo di acceleratore verso le tecnologie
televisive del futuro. A confermare questa teoria, del resto ormai ben suffragata
dai fatti, arriva lo studio BIPE/Eurostrategies, realizzato
per la Commissione europea, che attesta che i mondiali di calcio
del 2006 potrebbero accelerare il passaggio dell’Europa verso la Tv
ad alta definizione (High Definition Tv – HDTV).
L’Europa così potrebbe ben presto raggiungere Paesi come gli Stati
Uniti e il Giappone, dove la HDTV è già largamente
diffusa.
Lo Studio pone l’accento sull’attuale stato delle innovazioni
Paese per Paese, sugli ostacoli che frenano i cambiamenti, e fornisce alcuni
significativi esempi di best practices.
L’autore dello studio, Vincent Létang, in occasione
della conferenza stampa per la presentazione della ricerca, ha spiegato che
i grandi avvenimenti sportivi che ci aspettano, quali i Mondiali di calcio 2006
e le Olimpiadi di Pechino nel 2008, potrebbero fungere da catalizzatori per
la diffusione della Tv ad alta definizione e per il formato 16:9.
Le partite dei prossimi mondiali saranno “i primi grossi avvenimenti
che saranno integralmente prodotti in 16:9 e HDTV”,
mentre oggi lo sport è trasmesso con un segnale in formato 4:3 e in
definizione standard.
Secondo lo studio, il televisore 16:9, che offre la massima risoluzione associata
ad una qualità audio superiore, rappresenta un obiettivo miglioramento
nell’esperienza televisiva.
Il formato 16:9 diverrà uno standard man mano che in Europa sparirà quello
4:3.
I dati della ricerca BIPE/Eurostrategies rilevano che il 20% delle case europee
e il 30% di quelle francesi sono già dotate di un televisore di questo
tipo. Rispetto al tasso di diffusione dei televisori ad alta definizione, si
registra un notevole ritardo nella produzione e distribuzione televisiva.
I broadcaster europei continuano infatti a distribuire immagini in formato
4:3 o immagini 16:9 “incapsulate” in un letterbox,
soluzione tecnica insoddisfacente in termini di qualità dell’immagine.
I player britannici hanno provato che l’offerta dei programmi in formato
16:9 poteva sostenere la diffusione dei televisori ad alta definizione, accelerando
il passaggio e minimizzando il malcontento.
Il BIPE evidenzia la necessità da parte dei distributori di avere un ruolo attivo in questo passaggio, perché troppo spesso ci si è adagiati, convinti che il formato 16:9 si imporrà in ogni caso nel lungo periodo con lo sviluppo dell’alta definizione. Secondo i ricercatori bisogna, invece, cominciare adesso a sviluppare questo formato, mentre ancora si trasmette con la definizione standard.
A livello europeo bisogna ammettere che c’è un evidente interesse
a sostenere e sviluppare la Tv ad alta definizione. Lo scorso 21 gennaio la
Commissione europea ha organizzato a Bruxelles un importante workshop per discutere
di HDTV.
Nell’occasione, è stato siglato un accordo di cooperazione per
avviare in tempi rapidi il passaggio alla Tv ad alta definizione.
Sono state, infatti, fissate delle guidelines conformi agli standard europei, in modo da fare chiarezza in un settore che ancora naviga nell’incertezza.
Il documento serve a incoraggiare gli operatori a credere nei progressi tecnologici
che si sono fatti in questo settore, e a spingerli a investire supportandoli
delle informazioni tecniche necessarie.
L’idea di base è di promuovere la flessibilità e
l’interoperabilità trale specifiche
della Tv ad alta definizione.
Come infatti sottolinea lo studio BIPE/Eurostrategies esistono degli evidenti
ostacoli che stanno rallentando il passaggio dell’Europa verso la Tv ad
alta definizione.
È disponibile, per esempio, la tecnologia per ricevere il segnale in alta
definizione, ma i televisori HD sono
ancora troppo cari.
Gli industriali hanno due modi per considerare il passaggio all’alta definizione:
come un passaggio obbligato per evitare l’obsolescenza, o al contrario,
come un’opportunità per attirare nuovi abbonati.