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Tv digitale in Europa fra 2008 e 2012

Il Governo italiano appare fiero di essere all’avanguardia in Europa nello sviluppo della Tv digitale, ma intanto di fatto sembra voler ‘frenare’ sulla irrealistica data del 31 dicembre 2006. In Europa la musica è infatti diversa e la Tv digitale arriverà solo fra 2008 e 2012.

Diciamocela tutta, in tema di digitale terrestre c’è una gran confusione e l’Italia, anche se cerca di correre da morire per essere (o sembrare) la prima della classe, all’estero non sembra poi essere così apprezzata per le sue scelte in questo campo. Il Ministero delle Comunicazioni tuttavia non demorde e in una nota, emanata a metà novembre dopo un incontro in sede Ue proprio sulla Tv digitale, sembra quasi sostenere la tesi che l’Europa in questa campo ‘acceleri’ sulla scia dell’esempio italiano.

La nota del Ministero, per la verità, è assai contorta ma alla fine sembra indicare non già un’accelerazione per la Tv digitale ma una frenata, almeno in Italia, visto che si ipotizza finalmente, sia pure dopo molti giri di parole, che la poco credibile data del 31 dicembre 2006 per lo switch-off venga posticipata e ci si agganci magari ai tempi europei; questi ultimi, secondo la nuova formulazione decisa nel corso dell’incontro di cui sopra (forse anche con un’accelerazione rispetto al passato ma pur sempre con tempi molto diversi rispetto alla terribile ‘fretta’ italiana), fissano lo switch-off definitivo addirittura al 2012.

Stanno davvero così la cose? Leggere per credere, fino in fondo, la nota del Ministero delle Comunicazioni che riportiamo di seguito in forma integrale:

«I governi dell’Ue 25 hanno indicato una data più ravvicinata - il 2008 - per il passaggio alle trasmissioni tv contemporanee con le tecnologie analogica e digitale (il cosiddetto ‘switch-over’), rispetto alla precedente scadenza del 2010. Lo ha annunciato il ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi, al termine del consiglio Ue dei ministri della Cultura tenuto a Bruxelles.

Si tratta di un’indicazione - ha precisato Landolfi - che verrà inclusa nella bozza che i ministri delle Comunicazioni dei 25 esamineranno al prossimo Consiglio europeo, previsto per l’1 dicembre 2005. Nel frattempo, viene confermata a livello Ue la data del 2012 per lo ‘switch-off’ dell’analogico, vale a dire lo spegnimento definitivo del vecchio segnale.

Per l’Italia - che è leader in questo settore, è già in fase di sperimentazione avanzata e per legge prevede lo ‘switch-off’ entro il 31 dicembre 2006 - si tratta di una buona notizia. “L'Europa ha fatto benissimo perché prima la forchetta temporale andava dal 2010 al 2012 e poteva risultare un pò penalizzante per i Paesi più avanzati, come appunto il nostro - ha dichiarato il ministro durante una conferenza stampa - . La presidenza britannica ha lavorato perché quel 2010 si potesse avvicinare in qualche modo ai paesi che sono più avanti, quindi è stato fissato il 2008”.

L’Italia, insieme al Regno Unito, “ è tra i Paesi leader in questo campo, forse siamo quelli più avanti soprattutto per quel che riguarda l’interattività - ha spiegato Landolfi - . Quindi una televisione che servirà non solo a vedere più film o più spettacoli, ma servirà perché a questa tv saranno applicati modelli interattivi che consentiranno di interagire con la Pubblica Amministrazione, con gli ospedali, puntando quindi a favorire l’inclusione di persone anziane e di disabili”.

E la politica seguita dal Governo italiano per la diffusione del digitale terrestre, basata sugli inventivi ai consumatori, “ è risultata perfettamente in linea con le direttive comunitarie”, ha poi sottolineato Landolfi, sottolineando che il dossier relativo al ricorso presentato da Sky Italia sugli aiuti all’acquisto dei decoder per la tv digitale terrestre verrà “certamente” archiviato.

“I ministri dei 25 Paesi europei hanno riconosciuto unanimemente il significato di questa nuova tecnologia e l’importanza per i Paesi membri di diffonderla quanto più possibile fino ad arrivare al 2012 - ha affermato Landolfi -. Il digitale terrestre non è un’ossessione italiana ma è un obiettivo che tutta l’Europa si prefigge di raggiungere e l’Italia, lo possiamo dire con qualche soddisfazione, rappresenta da questo punto di vista un Paese sicuramente leader”.

Il ministro ha infatti spiegato che nel nostro Paese è previsto lo ‘switch-off’ anticipato in due regioni, la Sardegna e la Valle d’Aosta: “al 31 gennaio 2006 ci dovrebbe essere lo ‘switch-off’ nei capoluoghi di provincia, mentre al 31 luglio lo ‘switch-off’ dovrebbe riguardare l’intero territorio delle due regioni e per quella data la Sardegna e la Valle d’Aosta diventeranno “all digital”.

Poi partiranno la sperimentazioni in altre 4 regioni (da definire) “e quindi ci avviciniamo al 2006 con una copertura sia di popolazione, sia di territorio abbastanza cospicua - ha aggiunto - . Ora che l’Europa avvicina al 2008 il termine iniziale dello ‘switch-over’, noi potremmo anche agganciarci a questa scadenza, cioé immaginare una soluzione un pò più spostata nel tempo, che ci allinei anche agli altri Paesi europei. Questo a noi fa piacere”.

Quella del passaggio dall’analogico al digitale “non è affatto una questione facile perché significa investimenti notevoli - ha infatti osservato il ministro - . Sappiamo che la Rai, per esempio, attraversa qualche difficoltà rispetto a questo obiettivo”. Bisogna poi tenere conto del fatto che l’Italia ha un “panorama particolarmente variegato perché abbiamo 650 emittenti locali, numero che non ha eguali negli altri Paesi europei, che sono interessate e faranno sacrifici per raggiungere questo obiettivo”, ha concluso, non escludendo che -anche per questi motivi- “i tempi dell’Italia si possano allungare”».

Quelle Millecanali

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