Il DVD6C Licensing Group (DVD6C), un consorzio che riunisce sette dei principali sviluppatori della tecnologia e dei formati DVD, ha deciso di ritoccare verso il basso il costo delle proprie licenze: una mossa che si rifletterà, seppure marginalmente, anche sul prezzo pagato dagli utenti finali per l’acquisto di drive e dischi DVD.
Il DVD6C ha portato il prezzo delle royalty relative ai player DVD (video, audio e ROM) da 4 a 3 dollari; quelle dei dischi DVD-ROM, DVD-Video e DVD-Audio da da 5 a 4,5 centesimi di dollaro; e quelle dei dischi DVD-R, -RW e -RAM da 7,5 a 6,5 centesimi.
Non sembra un caso che questi ribassi arrivino proprio a ridosso dell’annuncio del Governo cinese dell’approvazione del formato EVD (Enhanced Versatile Disc) a standard nazionale: uno standard con cui la Cina spera di soppiantare del tutto il DVD e dribblare le royalty dell’industria hi-tech straniera. Con questi ultimi ribassi, che si estenderanno con effetto retroattivo fino al primo gennaio scorso, il DVD6C spera evidentemente di riportare dalla propria parte l’industria cinese. Un’industria che in passato ha già più volte accusato il consorzio di praticare prezzi spropositati, tanto che il produttore locale Wuxi ha una causa in corso contro il DVD6C e il DVD3C (l’altro consorzio che stabilisce le royalty sulla tecnologia DVD) con cui spera addirittura di minare la validità dei brevetti sul DVD.
Le licenze del DVD6C coprono brevetti posseduti dai suoi sette membri – Hitachi, IBM, Matsushita, Mitsubishi, Toshiba, JVC e Warner – che sono essenziali per i prodotti che vogliono fregiarsi della conformità con le specifiche del formato DVD definite dal DVD Forum. Gli altri brevetti chiave sono amministrati dal DVD3C, costituito da Sony, Philips e Pioneer.