Immaginate una serata romana dal tempo incerto. Immaginate pure un ministro “uscente” che,
improvvisamente, decide di giocarsi il tutto per tutto per cercare di escludere
dal Governo in formazione un compagno di partito non esattamente ‘amato’ e
che è fra i leader di una corrente opposta alla sua.
Secondo le ricostruzioni giornalistiche (peraltro almeno parzialmente smentite
sia dal Quirinale che dal diretto interessato), l’ex ministro delle Comunicazioni
Maurizio Gasparri venerdì sera avrebbe chiamato il Quirinale, dove stava
per giungere il Presidente del Consiglio incaricato Berlusconi e avrebbe avvertito
lo sconcertato segretario generale della Presidenza della Repubblica Gaetano
Gifuni che se davvero Francesco Storace fosse diventato ministro della Salute, “una
parte di AN avrebbe anche potuto votare contro il Berlusconi-bis in Parlamento”.
La ricostruzione dei quotidiani dei giorni scorsi prosegue con Ciampi che ne informa Berlusconi, quest’ultimo che lo dice a Fini e infine con il duo di Governo, irritatissimo, che attende, nella stessa notatta di venerdì, a Palazzo Grazioli l’attonito Gasparri, che cerca un estremo ‘pentimento’, riuscendo però solo a venire ‘congedato’ in malo modo da Fini. Fine improvvisa della carriera ministeriale di Gasparri, offerta del Ministero delle Comunicazioni a La Russa, che però declina, e, alla fine, designazione, accettata, di Mario Landolfi, figura attualmente non legata a correnti all’interno di un partito come AN, dove invece, a quanto pare, ci si dilania senza risparmio fra la ‘fazioni’ di Gasparri (appunto) e Alemanno – Storace, con Fini quasi impotente ad assistere.
Si tratterà forse di una ricostruzione un po’ ‘romanzata’, come si può pensare sulla base delle dichiarazioni non solo e non tanto di Gasparri (che assicura di aver scelto questa soluzione e di volersi ora dedicare solo al partito) ma soprattuto del Quirinale (che però potrebbe anche voler ‘precisare’ soprattutto per ragioni di ‘garbo istituzionale’)? Comunque sia, va detto che la feroce lotta delle correnti all’interno di AN è reale e che nessuno si aspettava fino a venerdì notte che Gasparri non sarebbe più stato il ministro delle Comunicazioni.
Finisce così, improvvisamente, un quadriennio alla guida di un ministero-chiave, da sempre, per ogni compagine di Governo, quattro anni che hanno sicuramente lasciato il segno, comunque si voglia giudicare l’operato dell’ex ministro. Iperattivista, un po’ logorroico, infaticabile, presenzialista accanito, inarrestabile, sempre alle prese col telefonino (da cui rispondeva a chiunque chiamasse), Gasparri ha legato il suo nome all’omonima contestata nuova legge di regolamentazione, varata all’insegna del ‘liberismo’, e all’attuale fase di passaggio al digitale, che non si caratterizza certo, al di là delle ‘dichiarazioni ufficiali’, per aver aumentato il pluralismo all’interno del mondo televisivo, mettendo invece Mediaset in una invidiabile posizione di predominio anche nel nuovo scenario che va ad aprirsi. Fra i punti sicuramente positivi del suo operato va invece segnalato il ‘nuovo corso’ dato al Ministero, caratterizzatosi in questi anni per un improvviso attivismo, dopo tanti anni di ‘faticoso tran tran burocratico’.
Landolfi, figura finora non di primissimo piano in AN, è stato a capo della Vigilanza proprio dopo Storace nella precedente legislatura e viene ricordato anche per un episodio che coinvolse, proprio in quegli stessi anni, Gad Lerner. Quest’ultimo, all’epoca direttore del Tg1, dimissionario dopo la triste vicenda delle ‘brutte immagini’ legate alla notizia di un giro di pedofili, aveva mostrato in diretta tv un foglietto con il quale, a suo dire, Landolfi chiedeva una raccomandazione per una precaria di “Unomattina” (che ora lavora al Tg1). Landolfi non smentì l’episodio ma si limitò a parlare, da parte sua, di “un gesto politicamente inopportuno”.
Comunque sia, Landolfi ha subito precisato che si muoverà “nel solco dell’operato di Gasparri”. In attesa di vederlo alla prova, va detto che sono stati nominati ieri i sottosegretari, anche al Ministero delle Comunicazioni. Dopo che Giancarlo Innocenzi è stato designato Commissario dell’Authority, resta in pista rispetto al precedente Governo il solo Massimo Baldini, mentre la ‘new entry’ è un altro notissimo personaggio di Forza Italia, Paolo Romani, responsabile regionale della Lombardia del partito di Berlusconi in fase di sostituzione dopo molte polemiche, ex editore locale ed esperto di media e soprattutto di Tv (diversi anni fa anche a Millecanali). Un duo di Forza Italia assisterà così Landolfi in questo Ministero-chiave per Berlusconi, a scanso di qualsiasi sorpresa.