I decoder “blindati” di Sky approdano al tavolo dell’Antitrust. L’unica pay-tv italiana, quella che ha rilevato Stream e Telepiù, è stata denunciata al Garante per la concorrenza dalla Jepssen, società di elettronica che produce parabole e ricevitori satellitari. Il motivo? Sky ha annunciato che per mettere in chiaro i segnali criptati cesserà entro la fine dell’anno di ricorrere al sistema di codifica Seca e userà soltanto l’Nds. E fin qui niente da dire, visto che quest’ultimo si è rivelato più sicuro contro i pirati del satellite. Il problema – sostiene Jepssen – è che in Italia la tv di Murdoch non intende fornire ai costruttori i codici necessari alla realizzazione dei decoder Nds. «È come se la Telecom avesse detto quando era ancora operatore unico: solo noi abbiamo il telefono giusto per effettuare le nostre chiamate» lamenta Riccardo Frantone, direttore organizzativo della Jepssen.
L’OPERAZIONE SKY – Degli oltre 2,5 milioni di abbonati di Sky, soltanto 600mila (per lo più ex utenti Stream) utilizzano già la codifica Nds. Per mettere in grado tutti gli altri di vedere i canali, l’azienda fornisce i ricevitori senza costi aggiuntivi per gli abbonati. Un’operazione a cui sono stati destinati 150 milioni di euro e che è al centro della polemica: «La modifica del sistema di codifica e la relativa offerta promozionale voluta da Sky produrrà l’immediato effetto di sopprimere del tutto la concorrenza, configurando una condotta di abuso di posizione dominante – osserva Jeppsen. – Anche a danno dei consumatori che non potranno scegliere il ricevitore digitale satellitare più idoneo alle loro esigenze e che, soprattutto, non potranno avere un solo decoder».
ADDIO AL DECODER UNICO – Il decoder offerto da Sky infatti non può ricevere i programmi criptati diffusi da altre emittenti, è in grado di memorizzare soltanto un numero limitato di canali in chiaro e soprattutto non ne consente la sintonizzazione automatica. Il che significa, se non si è esperti, tribulare parecchio per riuscire a trovarli. Così anche chi aveva acquistato un ricevitore più sofisticato (il cosiddetto “common interface”) ora si trova costretto a dover aggiungere una seconda scatoletta. Tutto perché non viene messo in commercio quello che in gergo si chiama Cam Nds (Conditional Acess Module): il circuito elettronico di decodifica, che può essere integrato nell’hardware del decoder ma anche presentarsi come modulo estraibile. «Viene violata la legge sul decoder unico che vietava di obbligare l’utente ad avere due ricevitori digitali» denuncia Riccardo Frantone.
CONTRO IL DIGITALE TERRESTRE – Che va oltre: «È una
mossa che nasconde timori per l’arrivo del digitale terrestre. Nulla
vieterebbe di avere un unico prodotto come il nostro Digital box che è in
grado di ricevere canali digitali, terrestri e satellitari, free e a pagamento».
Ora la parola spetta all’Antitrust che sta valutando se
aprire o meno un’istruttoria sul caso.