L’autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nella seduta
del 14 ottobre ha giudicato ingannevoli i messaggi diffusi da Mediaset su Canale
5, Italia 1 e Rete 4, nonché da Nokia S.p.a., Mediasat e RTI per la promozione
della TV digitale terrestre e dei modelli di decoder offerti con il contributo
di 150 Euro, vietandone l’ulteriore diffusione.
E' stato pienamente accolto quindi il ricorso presentato da Movimento Difesa
del Cittadino.
L’Antitrust ha riconosciuto pienamente la validità delle contestazioni fatte a Mediaset e agli altri operatori del digitale terrestre dall'associazione, sottolineando che “la televisione digitale terrestre non è ancora una realtà completamente operativa; trattasi infatti di una tecnologia emergente, in fase sperimentale e, pertanto, non ancora affermatasi compiutamente presso gli utenti finali”.
In particolare i rilievi del Movimento Difesa del Cittadino sugli spot Mediaset erano motivati dal fatto che:
- non si dice ai telespettatori che a fronte dell’acquisto dell’apparecchio non si ha un servizio garantito e completo nella fruibilità nell’immediato, ma soltanto la possibilità di aderire alla sperimentazione del digitale terrestre;
- si omette di indicare che i cosiddetti “servizi interattivi” dipenderanno dall’utilizzazione della linea telefonica e quindi saranno onerosi e non gratuiti;
- non si precisa che il contributo governativo di 150 Euro non è riconosciuto per tutti i decoder ma solo per alcune tipologie, dalle quali sono esclusi i modelli più economici che permettono la sola ricezione dei programmi senza permettere l’interattività.
Inoltre nel provvedimento di condanna l’Autorità giudica ingannevoli anche i messaggi diffusi da DGTVi (il consorzio formato da Fondazione Ugo Bordoni, RAI, Mediaset, LA7 Televisioni, FRT, DFree) su Internet e da RTI sulla rivista Eurosat perché “presentano un contenuto informativo gravemente carente per chiarezza e completezza; ciò in considerazione soprattutto dell’omessa indicazione della natura, al momento solo sperimentale, del servizio televisivo offerto e della consequenziale carente copertura territoriale del segnale, a fronte della grande enfasi conferita alle pretese dia attualità, generale fruibilità e gratuita della televisione digitale terrestre”.
L’Associazione quindi diffida il Ministro Gasparri dallo stanziare nuovi ingenti fondi pubblici nella Finanziaria 2005 per una tecnologia ancora sperimentale e certamente costosa per i cittadini.