C’era chi si aspettava (o temeva) che l’Antitrust guidata da Antonio Catricalà fosse più “morbida” nei confronti di Mediaset rispetto alla gestione Tesauro dell’Autorità stessa, proprio per la carica ricoperta fino a poco tempo fa dal giurista calabrese oggi alla guida dell’organismo. Infatti l’attuale presidente dell’Antitrust, prima della nomina, lavorava alla Presidenza del Consiglio come segretario generale. Catricalà era, cioè, il burocrate più alto in grado nell’amministrazione di Palazzo Chigi.
Uno dei primi atti della ‘nuova gestione’ dell’Antitrust
(che Catricalà ha assicurato di voler guidare ‘in piena continuità’ con
Tesauro) è invece stata di segno contrario: l’organismo ha infatti
aperto un’istruttoria sul calcio incentrata in particolare “sui contratti
stipulati da Rti riguardanti l’acquisizione dei diritti di trasmissione
delle partite interne del campionato di serie A e B di alcune squadre di calcio,
per le stagioni sportive 2004/2005, 2005/2006 e 2006/2007 e la sottoscrizione
di diritti di prima negoziazione e prelazione, a partire dal campionato di calcio
2007/2008, relativi ai medesimi incontri per un periodo comprensivo di più stagioni”.
L’istruttoria è stata avviata per “presunte restrizioni della concorrenza
relativamente alla acquisizione di diritti di trasmissione legati alle partite
del campionato di calcio di serie A e B”.
In effetti, Mediaset ha speso circa 125 milioni di euro per acquistare i diritti
per tre anni, ovvero dal luglio 2004 al giugno 2007, per trasmettere in digitale
terrestre le partite casalinghe di nove squadre di serie A (Juventus, Milan,
Inter, Roma, Atalanta, Messina, Sampdoria, Livorno e Siena). Tra queste squadre
ci sono le quattro protagoniste assolute del campionato, Milan, Juve, Inter
e Roma.
Ad attirare l’attenzione dell’Antitrust sono state soprattutto – precisa
ancora il comunicato – alcuni contratti che “si riferiscono ai diritti
relativi alla trasmissione a pagamento e ad accesso condizionato con qualsiasi
modalità e mezzo trasmissivo” (si tratta dei citati contratti a
partire dal campionato 2007/2008) e alcune “scritture private in grado di influire
sui meccanismi competitivi del mercato”. In particolare sarebbero sotto esame
alcuni vincoli di esclusiva sulla durata e l’ampiezza dei diritti sulle
partite.
Inoltre, sottolinea la nota, “a tali contratti sono state aggiunte alcune scritture private tra le parti relative all’acquisto di diritti di prelazione e di prima negoziazione, anch’esse potenzialmente in grado di influire sui meccanismi competitivi del mercato”. Tutto questo, secondo l’Antitrust potrebbe portare Mediaset ad un “abuso di posizione dominante”.
Secondo l’Autorità, tale pratica commerciale è infatti “suscettibile di produrre effetti escludenti nei confronti degli attuali e futuri concorrenti, anche in considerazione del fatto che i diritti televisivi in esclusiva, sottoscritti con le squadre di maggior rilievo del campionato di calcio italiano, sono estesi a tutte le piattaforme trasmissive, a partire dall’anno in cui scadono i contratti per la trasmissione via satellite delle partite sottoscritti da Sky Italia”.