Non è ancora chiaro che cosa verrà fuori in futuro mixando la tecnologia di Internet e l’economia dei contenuti digitali, ma la musica è il miglior laboratorio per studiarlo. E alcune delle ricerche più avanzate si svolgono in Italia, come dimostra la sperimentazione avviata ormai da sei mesi dall’ingegner Elio, quello delle Storie Tese, con la sua società Hukapan, guidata da Marco Conforti.
L’idea è semplice ma geniale: vendere la musica direttamente al pubblico al termine dei concerti grazie alle nuove tecnologie e a un modello di business intelligente. I cd vengono masterizzati in presa diretta durante lo spettacolo di Elio e sono venduti subito dopo lo spettacolo al pubblico che esce dalla sala. «La tecnologia? Un Macintosh per registrare e fare l’editing, equalizzare e produrre il disco master. Poi si passa a una macchina che realizza cd a raffica. Ne produce un centinaio all’ora». I brani registrati sono quelli della prima ora di concerto. La produzione comincia subito, in modo che i fan non debbano aspettare troppo tempo. Finora, i “cd brulé”, come sono stati ironicamente chiamati, sono stati acquistati dal 10 per cento di coloro che sono stati ai concerti di Elio e le Storie Tese: tra 200 e 400 pezzi venduti a concerto, a 12 euro l’uno. I compratori hanno speso la metà dei cd normali: «E gli autori hanno guadagnato il doppio, per ogni cd, rispetto a quello che avrebbero preso con gli album venduti dalle grandi etichette».
Quella scelta da Elio è una strada nuova per affrontare il rapporto tra la musica e le tecnologie digitali, che consente agli autori di continuare a guadagnare e al pubblico di risparmiare parecchio rispetto a quello che spenderebbe comprando i cd nei negozi. In più, gli acquirenti hanno anche il valore aggiunto di riascoltare proprio il concerto a cui hanno assistito, rivivendo così un’esperienza personale. Dice Elio: «Non è che vogliamo scavalcare le etichette. È che ci piace un rapporto diretto con il pubblico. Come dal salumiere». Aggiunge Conforti, il manager che sviluppa il nuovo modello di business: «Credo proprio che non faremo più album tradizionali. L’anno scorso è scaduto il contratto con l’etichetta che produceva i nostri cd. Non l’abbiamo rinnovato. Ora possiamo sviluppare liberamente le nostre idee».
E siccome i concerti sono una quarantina all’anno, l’esperimento ègià una realtà economica. «Ma non ci fermiamo qui. Tra un po’ il cd di puro audio non esisterà più. E noi faremo il primo dvd al mondo realizzato al concerto e venduto immediatamente».
Accanto a questo ci sono gli abbonamenti al sito di Elio che consentono di scaricare tutta la musica del gruppo e accedere a un mondo opportunità di divertimento nello stile di Elio e compagni. L’esperimento nel suo complesso ha fruttato 100 mila euro in sei mesi. Non male. Soprattutto se si pensa che può funzionare anche per altri artisti e gruppi che vogliono liberarsi dalle etichette.