La casa “intelligente” potrebbe diventare, nell’immediato futuro, il luogo dove la convergenza tra informatica ed elettronica di consumo, tra impiantistica avanzata e intrattenimento domestico, raggiungerà la sua piena realizzazione. La “domotica”, infatti, (derivante dal francese “domotics”, a sua volta crasi tra la parola latina domus, casa e informatica), apre le porte è il caso di dirlo ad applicazioni avanzate di alta tecnologia e ad un concetto, finora poco realizzato nella pratica, di semplificazione delle cosiddette “interfacce utente”.
Cominciamo dalla “convergenza”. Far dialogare sistemi diversi sembra essere il problema più importante che, però, ha già trovato soluzioni efficaci. È così possibile “governare” a distanza, con un telefonino, l’accensione della lavatrice, la chiusura delle serrande, l’inserimento del sistema d’allarme, l’accensione del riscaldamento. Lo stesso sistema consente, in teoria, di entrare in casa facendosi accogliere dalla nostra musica preferita o di sintonizzare il registratore digitale sul programma Tv che, quella sera, non potremo vedere. Tutto ciò, però, comporta un’impiantistica “a monte” studiata sin nei minimi particolari e se la casa non è di nuova costruzione una ristrutturazione che, tra muratori, elettricisti, installatori, ecc, potrebbe costare molto. Fino ad un paio d’anni fa c’era poco da fare: ci voleva una “rete dati” che, partendo da un sistema centralizzato, connettesse fra loro tutte le apparecchiature, dall’interruttore della luce alla lavastoviglie, dalla tapparella al sistema hifi. Oggi, la soluzione che può tenere lontano dalle nostre pareti muratori ed elettricisti è il “Wifi”.
Le connessioni senza fili consentono oggi di far dialogare immediatamente
tutti gli elettrodomestici di casa e tutte le apparecchiature informatiche
e d’intrattenimento. Il problema si sposta, però, sulla “programmazione” di
queste connessioni e delle relative apparecchiature. Si tratta, alla fine, di
far comunicare sistemi diversi, senza generare conflitti, e soprattutto di utilizzare,
per la gestione, un’interfaccia semplice e intuitiva. In questo campo,
si sono fatti molti passi in avanti e altri se ne faranno, tra breve, quando
ad esempio i “Windows Media Center” diventeranno strumenti comuni
nelle nostre case, superando il ruolo che in questo momento hanno di “semplici” interfacce
per l’intrattenimento domestico.
Con un sistema “Windows Media Center” ed una connettività senza
fili, con un normale telecomando si potranno gestire apparecchiature diverse,
programmarne nel tempo il loro funzionamento ed eventualmente “comandarle” anche
dall’esterno dell’abitazione, magari, appunto, attraverso un telefonino.
Il problema sarà, a questo punto, non solo quello dell’installazione
(sempre più semplificata) e della gestione, ma quello della manutenzione.
Perché il rischio che un guasto o un malfunzionamento di una apparecchiatura
centrale di controllo blocchi l’intero sistema non è certo così remota.
L’elettricista che ci cambia la presa di corrente o ci installa un nuovo
apparecchio dovrà avere una preparazione “hitech” ben diversa
da quella attualmente esistente. Secondo un’indagine delle aziende installatrici,
per esempio, la formazione di un tecnico di “domotica” dura almeno
sei mesi, per i corsi base. È evidente che poi ci vogliono diversi anni
di esperienza sul campo per diventare realmente “bravi”. Così come
la tempestività dell’intervento di manutenzione dovrà essere
sempre più immediata, perché una cosa è rimanere senza
lavatrice per 48 ore, altra è trovare la propria casa praticamente inutilizzabile.
Altro discorso è quello relativo ai costi d’impiantistica. Se è vero che ogni singolo apparecchio “intelligente”, alla fine può costare più o meno la stessa cifra di un normale elettrodomestico, è anche vero che rendere il tutto “operativo” ed armonico avrà dei costi diversi. Oggi, una casa “domotica” (esclusi i costi dei singoli elettrodomestici) si realizza con una spesa minima di circa 5000 Euro (parliamo di ristrutturazione di edifici già esistenti). È anche vero, però, che aumenteranno i costi di manutenzione successiva, non solo perché i tecnici dovranno essere qualificati, ma anche perché i “moduli” hitech costano di più di quelli “stupidi”. Insomma, se pensate ad una casa intelligente, bisognerà pensare intelligentemente anche alla spesa iniziale di avvio e a quella di manutenzione. Ma alla fine, ne varrà sicuramente la pena…